Al solo pensiero di proiettarci all’estate che sta arrivando iniziamo a percepire una sensazione di leggerezza. Le belle giornate, il caldo, le canzoni grintose e tutto quel mix tra divertimento e spensieratezza che solo i mesi estivi riescono a trasmettere. Eppure oggi queste “good vibes” si faticano ad avvertire perché sembrano un lontano miraggio: sappiamo e speriamo che si faranno sentire, ma sarà davvero come ci aspettiamo?
Il desiderio e la tendenza ad immaginare di poter rivivere i mesi estivi nella stessa modalità degli anni scorsi bussa costantemente alla porta; i ricordi sono vivi, intensi e sono pronti a riaccendere la voglia di vivere appieno la vita.
Aprendo questa porta succede di sentirsi “travolti” dall’ondata emotiva che abita la speranza, consapevoli di viaggiare per ora solo dentro ad un ambito di sogno.
La situazione che viviamo da più di un anno, ci ha messi di fronte alla realtà del distanziamento sociale, delle chiusure e delle regole; scarseggiano le energie e l'entusiasmo necessari a continuare ad immaginare e a programmare gli scenari educativi futuri, costantemente delusi dall’impossibilità di “fare”. Se fosse proprio questa “delusione” a regalarci lo stimolo utile a reinventarci?
Durante l’ultimo ci sono state aziende, bar e ristoranti, istituti scolastici etc. che sono stati costretti a trovare nuove modalità per continuare ad andare avanti, adeguandosi alla situazione senza perdere di vista gli obiettivi, ed effettivamente se ci si interroga ognuno l’ha fatto nel proprio quotidiano, uscendo da abitudini e da zone di comfort per continuare a “stare” nel proprio ambito di competenza nonostante gli imprevisti e i continui cambiamenti imposti dal rispetto delle normative.
L'importanza di "fare memoria"
Quando non si possiedono elementi sufficienti di analisi è utile confrontarsi con nuove strategie per allargare i propri orizzonti operativi: in previsione all’imminente arrivo dell’estate 2021, una di queste strategie potrebbe essere il “fare memoria”.
“La memoria del passato si è fatta debole, in realtà non mancano ricordi che ci potrebbero sostenere e dare fiato” (Carlo Maria Martini)
Fare memoria non è da intendersi come un semplice “ricordare”: l’indicazione intende cogliere il buono del passato (un fatto) per trasportarlo nel presente, così che possa suscitare nuovi pensieri, nuove emozioni e degli stimoli utili ad una rilettura della realtà partendo da un’altra prospettiva ed imparando così a fare tesoro del lavoro fatto nel passato.
Quali possono essere quindi i ricordi utili da tirare fuori dal cassetto per aiutare ad accendere il motore verso la prossima estate?
Ricordiamo che l’anno scorso, si sono avute pochissime certezze fino a maggio: ci si ritrovava “alle prime armi” di fronte ad una pandemia, alla prospettiva di nuove gestioni di grest e centri estivi tutte da scoprire o meglio da ripensare, eppure tutto questo non ha fermato la voglia e la necessità educativa di organizzarsi in maniera tale da tornare a vivere gli oratori con entusiasmo, gioia e con quella capacità di fare animazione a 360° nonostante tutte le limitazioni.
Ricordiamo la creatività, la passione e la disponibilità degli animatori per rendere le giornate divertenti e coinvolgenti; la loro voglia di vedersi, di stare insieme e di poter “esserci in prima linea” per i bambini e i ragazzi delle comunità.
La possibilità di tornare
Tutto questo in tante realtà non solo è stato possibile, ma si è realizzato con successo; questo perché ha saputo risvegliare la voglia di rimettere in discussione schemi consolidati e abitudini familiari. In questo modo è stato possibile superare le limitazioni dovute dalla visione pandemica. Il lavoro ad esempio in piccoli gruppi ha permesso di rimettere al centro dell’attenzione la cura della relazione individuale e del rapporto personale tra animatore e animato.
In un epoca dove l’individualità degli adolescenti si trova immersa nel indistinta massa virtuale, la riscoperta di questa attenzione si può addirittura definire profetica.
Ora è il momento di lasciarsi stimolare dai ricordi per trovare nuovi modi di reinventarsi. Dobbiamo riaccendere quella voglia di “estate” che abita ognuno di noi; se ci dovessero essere nuovi “imprevisti” si saranno prodotti quegli “anticorpi” che renderanno possibile il continuare ad animare i cuori e le menti delle comunità.